Avete presente quegli odiosi teenager che si vedono nelle serie americane brufolosi, antipatici con tutti, insofferenti nei confronti dell’universo, irritabili e irritanti? Ecco, mi sono sentito esattamente così durante gli eterni pranzi e cene, e pranzi e cene dei dì di festa (il petto e il crine). Interminabili e satollizzanti convivii in cui la parola d’ordine è vomito e la seconda è noia. Noia a base di vomito, e vomito su un letto di noia. Comprendetemi, non è cattiveria: non vuol dire che non voglia bene ai miei familiari e ai miei parenti, per carità, quello mai! E’, semplicemente, che quest’anno lo spirito del Natale non mi ha minimamente considerato. Ho temuto, infatti, di ricevere visite notturne e moleste di fantasmi rompicazzo, e forse una sera ho davvero visto qualcosa: una sorta di serial killer pronto a staccarmi la testa proprio ai piedi del mio letto. Ma mi sono ben presto reso conto si trattava dei postumi di un’ennesima cena leggera made in Calabria.

Spirito del Natale assente dicevamo. 

Nessuna emozione alla vista delle luci sulle strade milanesi, nessun entusiasmo nell’addobbare la casa, nessuno spasimo nell’ascoltare Bublé o la Carey. Ho lasciato che le luci dell’albero fossero asimmetriche e che la tavola fosse il più pratico possibile da sparecchiare.
Documentandomi ho scoperto che esiste la depressione delle vacanze e nello specifico anche quella natalizia.
Dunque mi è venuta: sono vittima dell’ennesimo prodotto di una società troppo ricca e troppo superficiale.
I sintomi ce li ho (avuti) tutti: non voler uscire di casa, annoiarsi, spararsi un colpo in testa piuttosto che fare le consuete visite di cortesia, non aver voglia di fare regali, detestare gli auguri tra le persone che si vedono solo a Natale per farsi gli auguri, ect etc.

Elenco ora una serie di momenti peggiori che ognuno di noi si è trovato costretto a vivere o vivrà durante le feste. E’ inutile dire che tutte queste situazioni sono frutto della fantasia di un perennemente-impigiamato-neo-venticinquenne.
1 – Scartare un regalo che non si ha la minima idea di cosa sia, e fingersi contento.
2 – Sorbirsi quasi due ore di apertura regali comunitaria e odiare quel parente di turno che non sa aprire i pacchi o che non comprende il bigliettino d’auguri.
3 – Dover rispondere agli interrogatori annuali: che fai mo’? Che si dice a Milano? Ne fa freddo? La fidanzata te la sei trovata? E mmo’ quando parti?
4 – Dover fare i complimenti alla zia cuoca per una pasta troppo insipida.
5 – Capitare sempre seduto vicino al parente con cui non si hanno argomenti.
6 – Baciare tutti, anche i parenti acquisiti, che ti stanno francamente sul cazzo.
7 – Ascoltare per tre quarti del pranzo parlare di ricette tipiche e diversi metodi di preparazione.
8 – Travestirsi da Babbo Natale e distribuire i doni ai bambini; convincere il più piccolo di loro, che piange e urla, che non sei un ladro, che non ti bruci scendendo dal camino, che le renne ti aspettano sul tetto, il tutto mentre hai i peli della barba finta nel naso e in bocca 
9 – Rassicurare le zie più apprensive sul fatto che non stai per morire né che sei malato, ma che stai solo mangiando in modo sano e andando in palestra.
10 – Sentire il cugino che per creare una perfetta atmosfera natalizia fa i complimenti allo zio che ha portato quel vino ottimo, alla madre per aver fatto la più buona lasagna del mondo, alla cognata che ha decorato la torta in maniera favolosa, al suocero a cui va tutto il merito del rotolo al tacchino, farcito con funghi e piselli, per aver raccolto quelle erbette di campo verdi che nemmeno si vedono nell’impasto.
11 – Fare i complimenti per l’albero e il presepe degni della casa di Moira Orfei.
12 – Bere per forza un bicchierino di vino al tavolo degli uomini, o ancor peggio, essere costretto a prender parte a un doppio a tresette perché manca il “quarto” (quando la matematica non è mai stata il tuo forte!). 
13 – Fare le moine a un neonato (troppo piccolo per ribellarsi) e dover ammutolire e guardare partecipi quando lo stesso vomita sulla spalla del malcapitato che gli fa: “E chi sei tu?”, con vocine fastidiosamente acute.
A proposito, Buone feste!

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