“Mio padre era un veneto che viveva a Roma, ma si era profondamente innamorato del Sud da quando aveva attraversato l’Italia in treno per andare a fare il militare in Sicilia. Con mia madre, anni dopo, erano tornati per rivedere questi posti. Avevano visitato la Costiera amalfitana, Maratea, fino ad arrivare qui”. Alla stazione di Ricadi un ragazzo si offre di fargli vedere Capo Vaticano, che deve il nome ai vaticini della sibilla Manto che tra quei costoni si nascondeva nella sua grotta. L’incantamento è inevitabile. “Comprano tutto questo terreno da un signore che doveva fare la dote per sua figlia e divenne subito il luogo preferito di mio padre, il suo posto sicuro”.
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