[…continua dal Manuale di sopravvivenza ai colloqui di lavoro – Lezione 1]
CONOSCENZA. Dopo la fatidica stretta di mano, hai ancora qualche carta da giocarti. Inizia l’intervista. Per prima cosa si scuseranno per l’attesa e ti chiederanno se hai fatto fatica a trovare il posto. Tu dovrai fingerti entusiasta di aver atteso più di mezz’ora in una saletta angusta, nonché navigatore satellitare esperto che ha trovato l’ufficio a colpo sicuro.
“Allora ci parli un po’ di lei!”. La frase che da l’avvio al colloquio propriamente detto. Goccioline di sudore freddo cominciano a colarti lungo la fronte (che tu cercherai di asciugare elegantemente col mignolo) e la voce ti si blocca ripetutamente in gola. Non farci caso, non fermarti. È un po’ come agli esami universitari: l’importante è non fare scena muta!
Evitare di iniziare con: “Allora… ecco… dunque… Sono Caio, ho 25 anni e mezzo, vengo dalla Calabria” e altre stronzate simili, perché si rischia di sembrare una partecipante alle selezioni di Miss In Gambissima sul lungo mare di Salerno.
Elencare in ordine cronologico le esperienze di studio e professionali, evitando magari di includere tra le prime le lezioni di recupero di matematica che prendevi alle medie, o nelle seconde l’aver spalato la neve dal vialetto di tua nonna. Anche se fanno numero, non impressionano più di tanto gli intervistatori.
Elencare in ordine cronologico le esperienze di studio e professionali, evitando magari di includere tra le prime le lezioni di recupero di matematica che prendevi alle medie, o nelle seconde l’aver spalato la neve dal vialetto di tua nonna. Anche se fanno numero, non impressionano più di tanto gli intervistatori.
“E ci dica: si aspettava di essere richiamato da noi?”. La risposta da dare è ovviamente una: sì! Mai titubare, mai sospirare, mai esitare. Regola principale dei colloqui è di dare sempre la risposta diversa da quella che vorreste dare, o per lo meno quella falsa.
PREGI E DIFETTI. Da uno studio dell’Università dello Stato libero di Bananas questo è uno dei momenti più temuti di ogni colloquio. Si tratta di quella domanda che tutti ti consigliano vivamente di preparare prima. Nonostante tu ci abbia pensato mille volte e ti sia preparato una convincente filippica, in quel momento non ti viene niente di meglio da dire se non: “Dunque, tra i miei pregi potrei annoverare la precisione maniacale, che a volte è anche un difetto… poi… mmm… un alto senso di responsabilità… e la simpatia, decisamente. Tra i difetti… ma… guardi… come le dicevo a volte essere troppo preciso e perfezionista è quasi controproducente… mi fa innervosire, specie quando non riesco a fare le cose come vorrei… sa, ci tengo a fare le cose bene, per cui divento una belva e me la prendo con tutti se qualcosa non va come dico io… cioè non nel senso che non ascolto il parere degli altri… anzi, ecco, tra i pregi aggiungerei anche questo… altruista! E’ che sono team leader per vocazione, proprio dalla nascita… non sono mai stato gregario… ovviamente nel rispetto delle opinioni di tutti! Ci mancherebbe! Anche se preferisco avere l’ultima parola…!“.
Ecco un discorso del genere è una lasciapassare assicurato per fare lo spalatore di vialetti a vita!
[Vai alla terza lezione]
5 commenti
di quella????????
Era un piccolo errore di formattazione, cara/o anonima/o! 🙂
Fantastico! 😀
ciao lo conoscete?
il Manuale di sopravvivenza al colloquio di lavoro
http://www.bookrepublic.it/book/9788868555870-manuale-di-sopravvivenza-al-colloquio-di-lavoro/
Griderei "Al plagio, al plagio!"