Alla terza serata, la più lunga del Festivàl di Sanremo ventiventi, per essere sopravvissuti fino alle prime luci del mattino ci spetterebbe di diritto il Reddito di Cittadinanza. Amadeus continua dritto come un treno con il suo volto rassicurante, la sua voce flautata e il suo sguardo ammaliatore di signore del sud. Giovanna Civitillo continua a godersi indisturbata il ruolo di first lady nella primissima fila dell’Ariston, certa di essere una che ce l’ha fatta, e noi non possiamo che darle ragione. La quiete coniugale viene però minata dall’ingresso di tale Georgina Rodriguez, valletta in quota “fidanzata di” e influencer di Instagram. La voce flautata del candido Amedeo, genero perfetto, s’impasta con uno spagnolo stentato da film dei Vanzina a causa della vista delle zizze di Georgina.  Giovanna comincia ad applaudire istericamente.

Dopo un’incomprensibile scenetta in cui si scambiano delle magliette del giuoco del pallone, durante la quale lei dimostra di avere una padronanza della lingua italiana pari a quella di Toninelli, Amadeus, genero non più tanto ambito, chiede a Cristiano Ronaldo seduto in prima fila,  il permesso di presentare Sanremo con la sua fidanzata e lui sembra fermo nella sua decisione.

Comunque visto che l’intento del Festivàl ventiventi era quello di dare voce alle donne, la prossima volta magari proviamo a fare in modo che questa voce sappia pure due parole d’italiano, non dico altro. Per fortuna, in quota “valletta straniera ma che parla l’italiano meglio di un leghista qualunque”, arriva la frizzantissima Alketa Vejsiu, la Milly Carlucci albanese che ha appena condotto in patria il Festivàl della Canzone Albanese, evidentemente ispirato al nostro. Nel presentarla il dolce e semplice Amadeus dice che non immaginava quanto in Albania si percepisse la presenza dell’Italia, dimenticando che l’abbiamo invasa e occupata circa 80 anni fa. Alketa sembra essersi lasciata tutto alle spalle, e prendendosi il palco ringrazia l’Italia, e la loda, e la ama, e le manda i baci, frastornando il buon Amadeus che rimpiange l’eloquio incespicante di Giorgina.

Parla così tanto che dietro le quinte, a microfoni ancora aperti, si sente il dolce Amadeus cazziarla con veemenza per essersi allargata e poi, per punizione, la manda al freddo del palco della Nutella.

L’altro momento degno di nota è certamente l’arrivo di Roberto Benigni, preceduto come si confà dalle polemiche sul suo cachet, urlate da quelle stesse persone che pochi minuti prima si eccitavano davanti a una che non parla nemmeno in italiano. Sovranisti con le zizze degli altri. Preceduto da banda, gonfaloni e musica trionfale, segue breve momento amarcord e si fa il nome di Baudo ed effettivamente a noi viene da domandarci in maniera pacatamente: dove cazzo è Baudo? Uno che di 70 edizioni ne avrà condotte 40, dov’è? Benigni ripropone il tastamento dei soliti ignoti di Amadeus, previa richiesta di permesso a Madama Civitillo che è ancora un po’ incazzata col marito e gli fa segno di stringere, e forte pure!

Preamboli a parte, Benigni per i venti minuti successivi dice di aver portato il Cantico dei Cantici, la più bella canzone mai scritta nella storia dell’umanità – bellissima straordinaria, meravigliosa, ma davvero credetemi bella bella, la canzone delle canzoni, davvero una cosa pazzesca, incredibile, una canzone bellissima – e nel momento in cui valutiamo se aprire la finestra e lanciarci nel vuoto, finalmente lo legge, in cinque minuti. Però a Benigni perdoniamo le lungaggini nell’istante in cui, in prima serata su Rai Uno, pronuncia la frase “lei sentiva il sesso di lui sul corpo e gli diceva penetrami, voglio il tuo stendardo” provocando un’evidente impennata delle ricerche su Google.

cantico dei cantici sanremo

Del resto della serata sentiamo il dovere di mettere per iscritto giusto due o tre punti:

  • Arisa, platino come Achille Lauro, non si sente troppo troppo bene;

  • Riki con tale Filomena ha messo su una puntata di Glee;
  • Ornellona Vanoni anche fuori tempo e fuori tonalità canta pur sempre meglio del Benjamin Button della lirica;

  • Pazzesca Simona Molinari che rivediamo piacevolmente ogni anno, tanto che ci viene il dubbio che di lavoro faccia proprio i duetti di Sanremo;
  • Non puoi invitare sette artiste tra cui Giorgia, Mannoia, Pausini, Elisa, Nannini, e non farle sgolare fino alle due del mattino per il nostro godimento;
  • Levante e le altre Super Chicche, potere alle docce eccetera, erano un bel trio solo sulla carta (e da queste parti si apprezza Maria Antonietta, eh);
  • Un ospite internazionale c’abbiamo e stona pure, che viene da rimpiangere il playback dei Ricchi e poveri;
  • Rancore con La Rappresentante di Lista bravissimi e terribilmente sexy (da queste parti si adora La Rappresentante);

  • i Pinguini Tattici Nucleari, tanta energia, ma emozione poca;
  • quando entrano Lila e Lenù mi vibra il corazon;
  •  Mika che rifà De Andrè ce lo saremmo evitati volentieri;
  • Tiziano Ferro alla terza serata fa venire voglia di prendere il primo volo per Wuhan per andare a baciare tutti sulla bocca e contrarre il Coronavirus;

  • Diodato in duetto con Nina Zilli e Tosca con una versione spagnoleggiante di Piazza Grande (che vince la serata, votata dall’orchestra) si dimostrano una spanna su tutti;

  • Morgan nei panni dell’artista maledetto ha un po’ rotto il cazzo, ci sono un sacco di altre cose da fare nella vita, tipo pagare l’affitto. E infatti lui si mette a dirigere l’orchestra e con un movimento inconsulto della bacchetta fa scomparire Cristiano Ronaldo e al suo posto materializzare Costantino Della Gherardesca;
  • Achille Lauro concettualmente continua a convincere, anche vestito da Marge Simpson;

  • A Irene Grandi il pigiamino di ciniglia, vista l’ora, glielo concediamo;

  • Elettra Lamborghini e Myss Keta sono l’anti-musica, riescono a stonare pure su Claudia Mori, mica su Mina
  • Evidente mi pare il piano di Alketa Vejsiu: farsi adottare dall’Italia e condurre lei il prossimo Festivàl di Sanremo;
  • Gabbani e la scimmia nuda sovranista.

Ai coraggiosi che sono arrivati fino a qui va il mio grazie, insieme lotteremo per ottenere il Reddito di Cittadinanza che ci spetta per il servizio alla Nazione. Intanto lasciatemi le vostre impressioni su Facebook o dove volete. Ci rivedremo su questi schermi domenica con pippone sulle ultime due serate, a meno che stasera, non so, Giovanna Civitillo si alza dalla poltroncina e va a presentare lei.

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