Il sogno della CasaPaese per demenze

Secondo gli ultimi dati a disposizione, in Italia ci sono circa 1 milione di persone affette da demenze, di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer.  Intorno a loro gravitano circa 3 milioni di familiari o di persone che se ne prendono cura. A tutti loro è dedicata la Giornata Mondiale Alzheimer, che si tiene il 21 settembre di ogni anno ed arrivata alla sua XXVIII edizione, all’interno del mese di settembre, dedicato, da dieci, proprio all’Alzheimer.

Ma i malati di demenze potrebbero essere molti di più rispetto alle stime ufficiali, a causa di una patologia subdola e silenziosa, difficile da decifrare nello stadio iniziale, difficile da controllare una volta diagnosticata. Pazienti e familiari spesso si trovano da soli a combattere contro questa malattia, o a rivolgersi a strutture non attrezzate per prendersi cura di queste persone che hanno smarrito anche il senso del tempo.

IL BORGO AMICO DELLE DEMENZE

Ai piedi della Sila, in provincia di Catanzaro, c’è un minuscolo borgo che di nome fa Cicala e che nel 2016 è diventato il primo Borgo amico delle Demenze. Il progetto è stato portato avanti dall’Associazione Ra.Gi. – capitanato dalla terapeuta Elena Sodano e dalla psicologa Amanda Gigliotti – che con la collaborazione del comune, ha istituito un centro diurno per persone con demenze e formato i commercianti del paesino a rapportarsi con loro.

Forte della sua decennale esperienza nell’altro centro diurno che l’associazione gestisce a Catanzaro, la Ra.Gi. è riuscita a restituire ai suoi ospiti, gesti e attività quotidiane che a causa della malattia non sono più in grado di compiere. Cose banali come comprare il pane, andare dal parrucchiere, o fare una passeggiata per prendere un gelato, per le persone con demenze diventano impossibili, se non accompagnate. “Un esperimento che è diventato anche un strumento di cura, perché se non si sentono giudicate, se non si sentono incapaci, queste personera provano emozioni positive e ne beneficiano per tutto il resto della giornata, riducendo i moti aggressivi che la malattia porta con sé”, racconta Sodano.

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